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Il nostro modo di gestire il Fallimento

Ciao,

quale e’ la tua reazione quando in piscina o a scuola le cose non vanno come vorresti?

O meglio, una volta che hai perfettamente compreso un fallimento e hai sfogato la rabbia e la frustrazione in “Diosolosa” quale maniera, come reagisci?

Ti arrendi?

Oppure usi il fallimento come combustibile a 100 Ottani per qualcosa di più grande?

Spero che l’irritazione rimanga li e che bruci ancora dentro di me…….”

Voglio raccontarvi la storia di un grande nuotatore che ha fatto La Storia del Nuoto. Mike Barrowman aveva appena raggiunto il sogno di ogni nuotatore; aveva tolto 5 secondi al suo miglior tempo nei 200 rana e si era qualificato per la squadra olimpica Usa Seul 1988. Aveva solo 19 anni e non si aspettava certo una prestazione di questo livello. Contento? You bet your butt (……..)

Ma le sorprese non erano ancora finite. Con solo sei settimane di allenamento fino alle Olimpiadi, Barrowman aveva alzato l’asticella delle sue aspettative. Ora lui non era soltanto dentro la squadra, ma era il favorito per un oro olimpico.

A Seoul la finale olimpica non e’ andata bene.

Dopo i primi 20 metri di gara il suo allenatore Jozef Nagy capì che il suo pupillo non era pronto a gareggiare con i migliori del mondo. “ Era ovvio che era molto spaventato”, ha detto Nagy. “ Non era mentalmente e tecnicamente  preparato alla pressione di una finale olimpica”

Al termine della competizione giunse quarto. Barrowman era così devastato dal risultato che fece trascorrere 6 mesi prima di rivedere il video della gara.

Al ritorno dai Giochi Olimpici decise di fare tutto il necessario per diventare il miglior ranista del pianeta. Disse: “Non voglio trascurare alcun dettaglio, non importa quanto piccolo sia”.

Durante i lunghi giorni di allenamento, dove passera’ 6-7 ore al giorno in acqua con il collega ranista Sergio Lopez, quando la fatica e il dolore lo avvolgevano pensava continuamente al fallimento di Seoul.

Egli ricordava la delusione.

La frustrazione.

E come non avrebbe mai e poi mai che un tale risultato accadesse di nuovo.

“ Quando mi sarò dimenticato cio  che e’ successo a Seoul, allora sarò nei guai”  ha detto Barrowman dopo aver abbattuto il record del mondo nel 1990 ai Goodwill Games a Seattle. “ Spero che rimanga li, che bruci sempre dentro di me”.

Tre anni dopo, alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, Barrowman ha dominato il campo, vincendo l’oro di oltre un secondo e frantumando il record del mondo per la sesta volta.

Ogni volta che pianifichiamo un obbiettivo sportivo o scolastico mettendo il meglio di noi stessi e poi cadiamo piatti con il viso al suolo fallendo miseramente noi abbiamo due opzioni.

Opzione uno e’ quella di smettere, abbandonare tutto. Abbiamo già provato vero? La nostra incapacità di mettere a fuoco l’accaduto, di capire gli errori e le responsabilità ci spinge a distruggere il lavoro fatto finora.

Opzione due è che usiamo il fallimento come un trampolino di lancio per qualcosa di grandissimo. Ma si, diciamoci la verità: il virtuosismo, come la fortuna e la sfortuna,  non esiste. E’ la scusa dei perdenti. Naturalmente esiste la genetica, il talento ma anche e soprattutto il lavoro, il duro lavoro.

I Campioni non falliscono mai? Puttanate!! …..anche se raramente.

Ma hanno l’abitudine, dopo avere pianto e sfogato la propria frustrazione, di trasformare un fallimento in qualcosa di positivo, in qualcosa di migliore.

Ci vediamo in piscina